L’ennesima emergenza salmonella nel latte in polvere vede ancora una volta protagonista la Francia, ma questa volta sono coinvolti almeno 83 Paesi. Ecco perché da esperto della sicurezza alimentare e da genitore, ritengo la cosa cinque volte grave:
DESTINAZIONE D’USO. Nello sviluppo di un sistema di gestione della sicurezza alimentare, bisogna in primis avere ben chiaro il prodotto che si sta gestendo. Tra gli elementi che caratterizzano estrinsecamente il prodotto, vi è la cosiddetta “destinazione d’uso” ovvero la definizione di quelle categorie di consumatori a cui il prodotto sarà destinato. Ciò perché alcune categorie di consumatori sono particolarmente vulnerabili: anziani, malati, bambini. Il latte in polvere è chiaramente destinato ad almeno una delle categorie, per giunta nella fase più delicata della loro vita, quella neonatale, e non è possibile trascurare che sarà ovviamente utilizzato anche in contesti ancor più critici, come gli ospedali. L’individuazione di una destinazione d’uso come quelle citate, porta automaticamente ad un innalzamento del livello di rischio (probabilità che un pericolo si manifesti o che i suoi effetti siano più gravi) e ciò si deve tradurre in un aumento del livello dei controlli.
CONTROLLI PRIMA DEL RILASCIO. Per quei prodotti per i quali siano individuati dei pericoli critici, dovrebbe essere sempre previsto un controllo per l’individuazione del pericolo prima del rilascio. Qualora non tutti i prodotti possano essere (come è ovvio nella maggior parte dei casi) controllati, si procede a definire un numero di campioni statisticamente significativi. Un controllo prima del rilascio potrebbe non essere possibile su prodotti deperibili: questo non è di certo il caso in questione.
MICRORGANISMO COINVOLTO. Salmonella enterica è un microrganismo di cui sono riconosciti più di 2000 sierotipi, fortunatamente non tutti patogeni o patogeni per l’uomo. Non ho ancora dati sul sierotipo coinvolto in quest’ultimo caso, ma nel mese di dicembre e in altri episodi francesi degli anni passati il sierotipo chiamato in casa fu “Agona”, di cui è conosciuta la patogenicità. Al di là del sierotipo, il regolamento CE 2073/2005 individua tra i criteri di sicurezza per il latte in polvere la Salmonella (criterio 1.12), che di certo è inclusa nei piani di campionamento.
LETTERATURA. Non si può certo parlare di un fulmine a ciel sereno. Casi di contaminazione del latte in polvere sono riportati REGOLARMENTE negli ultimi anni: questo si dovrebbe ovviamente tradurre in un aumento dei controlli.
SISTEMA DI ALLERTA. A seguito della scoperta o del sospetto di un prodotto non conforme per la sicurezza alimentare, i produttori e tutto il sistema di distribuzione partecipano con le Autorità, attraverso i vari sistemi di rintracciabilità (art. 18 del Reg. Ce 178/02) sanitarie al blocco del prodotto, al suo ritiro qualora lo stesso non sia più sotto il controllo del produttore, al suo richiamo nel caso in cui sia giunto al consumatore (art. 19 del Reg. Ce 178/02). Tutto ciò deve essere eseguito nel più breve tempo possibile e in modo tanto più urgente quanto importante è il pericolo. Il sistema di ritiro e richiamo dei prodotti è già scattato, ma anche in questo sembra ci siano state parecchie lacune di comunicazione e organizzazione e che lotti a rischio siano rimasti in vendita diverso tempo dopo la scoperta della non conformità.
Risarcimenti sono stati promessi, ma questo tipo di pericoli può causare danni non risarcibili: Salmonella Agona è in grado di causare una gastroenterite che nella maggior parte dei casi si risolve senza strascichi severi, ma in soggetti deboli potrebbe purtroppo essere fatale.
Non sono ovviamente in possesso di elementi per indicare delle precise responsabilità, ma ci sono cinque buone ragioni per chiedere a gran voce trasparenza (art. 10 del reg. CE 178/02)
http://www.repubblica.it/…/lactalis_latte_per_bimbi_alla_s…/
http://www.epicentro.iss.it/probl…/salmonella/Salmonella.pdf
https://www.greenme.it/…/25905-latte-artificiale-francia-sa…
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